I Social e la nostra Privacy
Io onestamente non capisco, credo che le persone, e qui “sparo nel mucchio” certo di colpirne molte, siano incapaci di capire le basi dei social network GRATUITI.
Ci si lamenta che:
- Tracciano la nostra posizione
- Condividono le nostre foto
- Salvano le nostre chat
- Condividano le nostre informazioni
- Che possano far scoprire cose di noi ad altri
- Ci mostrano continuamente pubblicità
Ma di fatto questo è il loro valore, sapere tutto di noi e venderlo ad altri, il marketing attraverso i social network è potentissimo perché consente di sapere i nostri gusti, sapere cosa ci piace, cosa vorremmo comprare o cosa non vorremmo compare in base al nostro stato d’animo, alle nostre amicizie, dove andiamo o come ci andiamo, tutto raccolto dalle app interne al nostro amico telefono.
Quindi perché ci si lamenta? se siamo i primi a pubblicare le nostre foto, il nostro stato d’animo, quello che ci piace, cosa mangiamo, cosa compriamo, mettiamo i “ci piace” su cosa comprano gli altri o su cosa vorremmo comprare per noi.
Se postiamo una foto sulla nostra pagina Facebook o Instagram, questa viene scaricata da qualcuno o pubblicata sulla sua pagina Facebook che a sua volta altri pubblicano o mandano in giro, non possiamo poi noi lamentarci che la cosa non doveva essere fatta dal momento che noi per primi abbiamo deciso di divulgare quel dato.
Sono poi stranito dal fatto che non si capisce una cosa, allo stato attuale della tecnologia, i giovani e giovanissimi, non hanno idea di cosa sia la privacy, loro sono nati in un mondo che vede nella condivisione la possibilità di essere qualcuno, le nuove star vengono fuori dai Social Network, i cantati dai Talent Show o da YouTube, gli esperti di cucina sono food blogger e gli stilisti chiamano alle loro sfilate le fashion blogger più affermate perché sono in grado di influenzare schiere di fan senza dover spendere capitali in marketing.
Quindi il nostro compito non è preoccuparci della privacy, di fatto la privacy è il nostro rapporto che vogliamo avere noi con il mondo. Capire e far capire che ogni cosa che decidiamo di pubblicare, ovunque, ha una conseguenza, quello che finisce resta in “vivo” anche dopo di noi, può sempre tornare in primo piano ed è possibile che qualcuno lo usi per ottenere “qualcosa” da noi.
La rete non è il male, è uno strumento, siamo noi a decidere come utilizzarlo, quale livello e quale parte della nostra vita vogliamo rendere pubblica è solo una nostra decisione ma se decidiamo, è nostra responsabilità gestirne le conseguenza. Dico questo per far capire che i giovani non sono in grado di capire quali sono le conseguenze, la loro visione della rete è un posto nel quale puoi essere qualcuno o puoi contare per qualcuno, molti o pochi non è importante, l’importante è esserci in un qualche modo, il disastro è che nessuno, o quasi, è in grado di fargli da guida, sarebbe utile che fossero argomenti discussi nelle scuole, sarebbe utile che i genitori sapessero gestire la loro vita Sociale, sia online che offline, per essere di esempio ai figli.
La privacy è importante nel momento in cui riesce a difenderti da chi vuole usarti per i propri scopi, non è uno strumento per permetterti di nascondere ciò che non vuoi far conoscere agli altri.
E’ un argomento molto vasto di cui si parla molto poco e se ne parla, solo per fare ascolti, solo nei casi in cui qualcuno si suicida per dei video apparsi in rete o per profili falsi usati per denigrare un compagno di scuola. Dietro c’è molto di più e nascondere tutto o non considerarlo importante, porterà ad una sempre minore consapevolezza dei pericoli che di fatto sono dietro l’angolo.
Osservate le persone attorno a voi, vedrete che sono veramente in pochi a capire quello che fanno, a capire che ci sono conseguenza, per gli altri è tutto il mondo dei balocchi e la soluzione non è non avere un account social ma è un motivo in più per averlo e imparare ad usarlo.
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